Valentino Zeichen #41 e la poesia

Nel Novembre 2014 presso il Nam all’accademia nazionale di San Luca. Valentino Zeichen:
“Lo sapete perché Alda Merini ha asfaltato i poeti di Milano? Perché era un’azionista dell’Italcementi. 12000 copie questa è la prova.  Io non ho avuto maestri. Che cosa mi ha sempre interessato della poesia? Il fatto di essere un poeta che è fortemente legato alla conformazione della realtà io ho sempre osservato la realtà. Ho sempre osservato le cose di qualsiasi genere semplici, culturali. Ecco diciamo che non sono realista perché sono sofisticato perché penso sempre di poter ingannare il lettore di poter scherzare con lui di poterlo portare fuori pista e poi dargli anche una chance, di avere una mappa per riprendersi dentro la poesia. L’ironia è stile, è un sentimento di forza, l’ho capito dagli inglesi, non è un sentimento di debolezza. Io scrivo solo di geopolitica. Nella poesia mi piace trovare l’imprevedibilità, qualche cosa di assolutamente veloce rapido. È per questo che ho scritto aforismi d’autunno, un tramonto, perché bisognava sintetizzare il pensiero. Perché diventa faticoso leggere una poesia di 20 versi allora mi sono dato agli Haiku, aforismi, poesie brevi di tre, quattro versi, perché ormai la comunicazione si è velocizzata. È forse il più bel libro mai scritto“.

Valentino Zeichen #40 e gli idoli

Ogni volta che prendo un libro in mano, c’è il libro VALENTINO ZEICHEN Poesie 1963-2014 edito da Mondadori che mi sussurra all’orecchio. “Sono qui, sono qui”. Anche nella settimana precentenario del mio idolo Kerouac. Leggevo due articoli nelle ultime ore, sulla Stampa e un altro del Corriere su Kerouac e il fatto che non sia un profeta in patria e dai giovani della città natale venga quasi ignorato. Sul fatto che venga giudicato come un uomo alcolista in una cittadina Lowell cattolica e non come un artista. La fede cattolica con cui combatto come un’amante, la più importante amante che abbia mai avuto è contro l’idolatria, l’unico idolo è Dio. Il messaggio di Kerouac come quello di Zeichen è di libertà. “Per sempre sulla strada” il primo ed il secondo “vorrei abolire le distanze e unificare i nostri territori corporei” in una poesia dal titolo Autoritratto. In questa settimana che avevo deciso di leggere Kerouac soltanto Kerouac eccomi che prendo il libro sopracitato di Zeichen e lo maneggio con cura come facevo con la mia sposa prima di diventare tale. Se l’unico idolo è Dio lasciatemi amare la bellezza nelle sue forme. Grazie!

Valentino Zeichen #39 e la spiritualità

Valentino Zeichen e la sua voce, così spirituale. Il suo dialogo interiore crea trame come Picasso disegnava sul vetro e creava opere d’arte. Si percepisce silenzio e fede. Ancora non ho affrontato nelle sue opere (ho letto i primi due libri in ordine d’uscita 1974 e 1979) il tema religioso, ma dalle sue biografie ho letto che fosse cattolico. Aldilà del credo religioso la sua interiorità è profonda e un poeta per essere tale deve trovare il proprio Io e scriverne della distanza da esso. Jung diceva che la lontananza dal proprio Io crea dipendenze, depressione. Bukowski era lontano dal suo Io e lo si percepiva dalle sue poesie, scritte in maniera drammatica, ma meravigliosa. Zeichen sembra più vicino al proprio Io seppur col dolore eterno per essere stato sdradicato dalla sua terra. Il silenzio è d’oro la parola è d’argento. Questo suo verso racchiude l’idea che ho di lui come essere, davvero speciale.